Castello Macchiaroli Giornata del Contemporaneo
Massimiliano Rossomando ha sempre cercato, sperimentato la materia primitiva, gli elementi e la loro commistione con l'esistenza.
La materia si racconta e per prima già racconta l'Uomo. Utilizzando ferro, legno, bronzo, occupandosi egli stesso della fusione materica delle sue opere, ha poi continuato il percorso del racconto attraverso materiale organico che sopravvive alla vita stessa. L'osso e il legno, il ferro, gli oggetti del lavoro umano, si incontrano e parlano della vita. Spesso le opere sono grida mute, denunce ferme che restituiscono all'uomo il dolore e l'abominio.
La ricerca artistica di Francesca Adriana D’Anza è nata a seguito di un’esperienza sublime nei mari del Cilento, si sviluppa sui toni del mare, su opposti coesistenti, fragilità-forza, femminile-maschile, nascita-morte, fossile-mutevole, luce-ombra; che uniti con equilibrio ed armonia, in un tempo ciclico tra eros e thanatos, ci ricongiungono ad un Tutto. Tra i blu dell’acqua, corpi che galleggiano e sprofondano. Nelle profondità di un liquido amniotico, mondi estranei al sentire comune, abissi in cui ci ri-specchiamo, in un tempo pieno, ci sentiamo uniti, completi. Nel dipingere il ri-conoscersi, ri-creare mondi, ri-scoprire.
La ricerca che Ianniello opera sui materiali punta soprattutto a un risultato di sintesi: il globale si fonde con il locale, la tradizione con l’avanguardia, il ready made con istanze costruttive e formali che ci riportano indietro nel tempo del fare artistico. E questo non accade per un ingenuo anacronismo, quanto piuttosto per una scelta ragionata e consapevole: quella di ripartire dagli anni in cui si imponeva l’uso di materiali pesanti e “responsabili” come il metallo, che Ianniello ama particolarmente.
La materia si racconta e per prima già racconta l'Uomo. Utilizzando ferro, legno, bronzo, occupandosi egli stesso della fusione materica delle sue opere, ha poi continuato il percorso del racconto attraverso materiale organico che sopravvive alla vita stessa. L'osso e il legno, il ferro, gli oggetti del lavoro umano, si incontrano e parlano della vita. Spesso le opere sono grida mute, denunce ferme che restituiscono all'uomo il dolore e l'abominio.
La ricerca artistica di Francesca Adriana D’Anza è nata a seguito di un’esperienza sublime nei mari del Cilento, si sviluppa sui toni del mare, su opposti coesistenti, fragilità-forza, femminile-maschile, nascita-morte, fossile-mutevole, luce-ombra; che uniti con equilibrio ed armonia, in un tempo ciclico tra eros e thanatos, ci ricongiungono ad un Tutto. Tra i blu dell’acqua, corpi che galleggiano e sprofondano. Nelle profondità di un liquido amniotico, mondi estranei al sentire comune, abissi in cui ci ri-specchiamo, in un tempo pieno, ci sentiamo uniti, completi. Nel dipingere il ri-conoscersi, ri-creare mondi, ri-scoprire.
La ricerca che Ianniello opera sui materiali punta soprattutto a un risultato di sintesi: il globale si fonde con il locale, la tradizione con l’avanguardia, il ready made con istanze costruttive e formali che ci riportano indietro nel tempo del fare artistico. E questo non accade per un ingenuo anacronismo, quanto piuttosto per una scelta ragionata e consapevole: quella di ripartire dagli anni in cui si imponeva l’uso di materiali pesanti e “responsabili” come il metallo, che Ianniello ama particolarmente.
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