Chiesa di San Nicola de' Domnis
Nei pressi della Chiesa Madre di San Michele Arcangelo, sorge l’edificio più interessante del centro storico: una delle più antiche testimonianze della presenza basiliana nel Sud Italia, come ben rivela la consa crazione a S. Nicola. L’aggiunta del titolo de’ Domnis o, meno probabilmente, de’ Donnis sarebbe riconducibile o a dei “signori” (domini, domni) con un peso rilevante nella storia della chiesa o alla presenza di un vicino istituto per fanciul le orfane e povere. In età longobarda (tra VI e VIII sec. d.C.) fu fondata la trìchora: tre grosse absidi semi cilindriche su cui poggia la cupola semisferica. Poco dopo (IX sec.), venne aggiunta l’aula rettangolare, che reca lembi di affreschi tardo-bizantini, di gusto orientaleggiante (databili al XIII sec.). Ciò dimostra che nella chiesa di S. Nicola furono celebrati a lungo riti secondo la tradizione greca, anche perché solo nel sec. XVIII il più antico altare “a cofano”, di tipo orientale, venne trasformato “ad amphorem”, secondo l’uso occidentale. La sottostante cripta, anch’essa trilobata, era adibita probabilmente a luogo di sepoltura. Tanto la chiesa quanto la cripta oggi ospitano – come già in S. Agostino – una collezione di presepi, allestita dall’Associazione Amici del Presepio, sez. Pietro Gallo. Non lontano da S. Nicola, lungo la via S. Domenico alla Tarpea, resti di un affresco bizantino raffigurante la Vergine Odigitria (colei che mostra la via), altra eloquente testimonianza della presenza di culti di tipo orientale.
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